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Coltivazione

IRRIGAZIONE

L'irrigazione dei bonsai è un’operazione apparentemente banale che, invece, nasconde pericolose insidie. Una irrigazione sbagliata può compromettere gravemente la crescita e la sopravvivenza di un bonsai, provocando l’insorgere di varie patologie.

Carenza d'acqua:
si riconosce dall’aspetto sofferente della pianta che presenta foglie sbiadite e rivolte verso il basso. La carenza d’acqua indebolisce il bonsai che diventa facile preda dei parassiti, sia animali (insetti) sia vegetali (funghi).

Eccesso d'acqua:
È più pericoloso della carenza: un bonsai annaffiato troppo, all’inizio vegeta rigogliosamente con foglie di un bel colore intenso, poi, improvvisamente “passa a miglior vita” a causa del marciume che ha divorato tutto l’apparato radicale.

Tipologie e metodi di annaffiatura

Irrigazione a pioggia:
il sistema più indicato per innaffiare le piante. Si effettua con la lancia o con l’annaffiatoio e riproduce quello che accade in natura, quando la pioggia bagna prima la chioma,poi entra nel terreno sciogliendo i sali minerali che vengono così assorbiti dalla pianta e infine, porta via le tossine che le piante producono durante il processo di assimilazione.

Immersione:
si effettua immergendo il vaso nell’acqua, fin sotto al bordo. È un sistema che permette di bagnare con sicurezza tutto il substrato ed è molto utile nella prima irrigazione subito dopo il rinvaso. Non è consigliabile innaffiare tutte le volte in questa maniera poichè, non essendoci fuoriuscita d’acqua, le tossine ed i residui salini rimangono nel terreno.

Nebulizzazione:
non bisogna confondere la nebulizzazione con l’irrigazione. Spruzzare con acqua la chioma del bonsai fa sicuramente bene, ma per bagnare il terriccio non basta nebulizzarlo: è un sistema che può facilmente trarre in inganno perché anche se lo strato superficiale è umido, non è detto che il terriccio sia completamente bagnato.

Quando annaffiare
Il momento migliore per bagnare i bonsai coincide con le ore più fresche della giornata (la mattina o la sera) quando la differenza di temperatura tra l’acqua e il terriccio è minore. L’irrigazione deve essere abbondante (verificare che esca un po’ d’acqua dai fori di drenaggio) e possibilmente ripetuta, per dare il tempo al terriccio di assorbire una maggior quantità di liquido. Naturalmente, se un bonsai presenta il terriccio ancora umido, è meglio passare oltre e irrigarlo la volta successiva.

ESPOSIZIONE

La scelta del luogo dove vivono i bonsai è estremamente importante; eppure ci sono pochi Bonsaisti che hanno a disposizione un ambiente adatto. I Bonsai “metropolitani”, come li definiscono, soffrono di una carenza cronica: la mancanza di luoghi adatti alla coltivazione; questa mancanza è dovuta al fatto che in città tutto lo spazio è utilizzato dalla popolazione.
Anche se non si possiede un luogo ideale per la coltivazione dei Bonsai , si sceglierà un ambiente che soddisfi tutte le principali esigenze della pianta (sole, una buona ventilazione, rugiada, ecc..). Con un pizzico di ingegnosità ed abilità si può così sopperire all’inadeguatezza del posto dove far crescere i Bonsai.

Se c’è una buona esposizione, ci sarà molta fotosintesi, favorevole alla crescita delle piante: gli internodi (lo spazio tra una foglia e l’altra) saranno più corti ed è probabile che si avranno degli ottimi Bonsai.
Le gemme e le nuove crescite saranno robuste, le foglie saranno piccole e turgide, i fiori sbocceranno e il frutto spunterà con più facilità; sarà anche più difficile che l’albero sia attaccato dalle malattie e dai parassiti.

L’importanza del sole
una buona esposizione al sole è la cosa più importante (tra tutte le esigenze) per una crescita vigorosa.
Un’area di esposizione abbastanza soleggiata gioverà agli alberi anche se il coltivatore non li ruoterà: difatti, luogo ideale è quello che ha il sole per tutta la durata del giorno e dell’anno. Non è facile possedere un tale spazio, ma sarebbe preferibile questa esposizione perlomeno da maggio ad ottobre.

Se nell’area di cui si dispone vi è il sole durante le ore mattuttine e fino alle prime ore del pomeriggio in primavera, in estate e in autunno e metà giornata di sole in inverno, questi raggi saranno sufficienti per le piante.
Si possono anche farle crescere laddove vi è meno sole, a condizione che vi sia almeno una mezza giornata di luce solare.
Il sole mattutino e quello pomeridiano si differiscono!
Se si osservano le gemme sugli aghi dei pini giapponesi si deduce che quelle che si trovano su un albero che cresce riscaldato dal sole mattutino si apriranno una settimana prima di quelle di un albero che cresce riscaldato dal sole pomeridiano.

Buona ventilazione
le radici, il tronco e i rami si sviluppano molto bene in un sito ventilato .Un albero così esposto difficilmente sarà attaccato da insetti o malattie; i luoghi che hanno una buona esposizione al sole sono, in genere, anche ben ventilati.
Quindi, quando si sceglie un luogo dove far crescere i Bonsai, bisogna pensare per prima cosa all’esposizione ai raggi del sole.

Lo spazio intorno ai vasi:
tra un vaso e l’altro dovrebbe esserci uno spazio pari all’altezza delle piante, che permetta il passaggio di luce ed aria.

L’altezza dei ripiani:
I ripiani dovrebbero avere un’altezza di circa 80 centimetri, così da tenere i bonsai lontani dai parassiti che potrebbero circolare a terra. Inoltre, a questa altezza i bonsai rimangono meglio arieggiati e rendono maggiormente sul piano estetico.

Sempre “a vista”:
La cosa a cui bisogna pensare, quando si posizionano i Bonsai, è quella di scegliere un posto facilmente visibile per poterli osservare costantemente e sopratutto per scoprire in tempo eventuali attacchi di insetti e il propagarsi di malattie.

L'importanza della rotazione:
Se di tanto in tanto si ruotano le piante,facendo assumere loro una posizione differente, queste saranno esposte al sole in modo uniforme.Sopratutto nelle aree di crescita che hanno una parziale esposizione al sole, è importante ricordarsi di ruotare i Bonsai per far si che essi possano ricevere sole da tutti i lati. Si dovrebbe cercare di esporre ogni singolo ramo al sole del mattino una volta ogni tre giorni.

CONCIMAZIONE

Perché concimare?
Per compiere il “magico” processo della fotosintesi clorofilliana, attraverso il quale le piante trasformano la materia inorganica in materia organica, è indispensabile che nel terreno siano presenti gli elementi nutritivi in quantità idonea e bilanciata.
Il bonsai, vivendo in un piccolo contenitore, impoverisce in breve tempo anche il terriccio più ricco, perciò si rende necessaria una costante concimazione che mantenga nel substrato il giusto equilibrio di sostanze nutritive, necessarie ad una adeguata alimentazione.

Che cosa è l’N. P. K?
Gli elementi nutritivi vengono classificati in: MACRO-ELEMENTI azoto (N), fosforo (P), potassio (K) e MICRO-ELEMENTI calcio (Ca) zolfo (S) magnesio (Mg) boro (B) manganese (Mn) rame (Cu) ferro (Fe) molibdeno (Mo) zinco (Zn) ecc.
I macro-elementi sono quelli di cui la pianta ha bisogno in quantità maggiore, quindi, sulla confezione vengono indicati con il loro simbolo (N P K) e la percentuale relativa al peso totale.
Ad esempio, se l’etichetta riporta l’indicazione N P K 5,5 - 6,5 - 3,5 significa che nel prodotto sono presenti il 5,5% di azoto, il 6,5% di fosforo e il 3,5% potassio.
I micro-elementi, invece, sono necessari alle piante in misura minore ed in genere sono indicati a caratteri più piccoli con il nome per esteso.

I diversi tipi di concime:
ORGANICI: i concimi organici, sono quelli in cui gli elementi nutritivi sono di origine animale o vegetale. La loro composizione organica, fornisce un'alimentazione equilibrata e costante; inoltre, creando le condizioni ottimali per la vita dei microorganismi utili, mantiene “vitale” il substrato.
MINERALI: i concimi minerali, composti da elementi inorganici o di sintesi, hanno in genere una titolazione più alta (es: N P K 14-20-26) e sono quindi più “potenti”, anche se tendono ad impoverire il terreno.
ORGANO-MINERALI: i concimi organo-minerali sono composti sia da elementi organici, sia da elementi minerali e, teoricamente, fruiscono dei vantaggi degli uni e degli altri.

Fluidi o solidi?
I concimi fluidi hanno il vantaggio di essere più facilmente misurabili, quindi, con il loro uso si evitano pericolosi sovradosaggi, inoltre, l’assimilazione da parte delle radici è immediata (concimi a pronto effetto).
I concimi solidi, in genere, cedono i loro elementi nutritivi in modo graduale e continuativo (concimi a lenta cessione) alimentando le piante in modo costante ed equilibrato con pochi interventi nell’arco dell’anno.

Quando concimare:
il momento giusto per la concimazione è durante il periodo vegetativo, che corrisponde ai mesi di marzo/giugno e settembre/ottobre. Quando la temperatura è troppo bassa (inverno) o troppo alta (estate) non è consigliabile alimentare le piante poiché, trovandosi in stasi vegetativa, non riescono ad assimilare il concime.
La frequenza degli interventi dipende dal tipo di concime: in genere, i prodotti liquidi vanno somministrati ogni 10-15 gg., mentre i concimi solidi a lenta cessione, vanno somministrati ogni 40-50 giorni.
Concimare sul terriccio bagnato: per evitare un effetto caustico a carico delle radici, effettuare le concimazioni sul terriccio precedentemente inumidito.

Usare prodotti specifici: i concimi per l’agricoltura o per il giardinaggio, anche se di qualità, sono da sconsigliare: i primi perché cedono gli elementi molto velocemente e questo provoca la “bruciatura” delle radici; i secondi perché essendo particolarmente ricchi di azoto, provocano una crescita abnorme delle foglie e un allungamento smisurato dei rami; caratteristiche che rendono il bonsai poco gradevoli dal punto di vista estetico.

TERRICCIO
Una buona miscela ha come base l'akadama (substrato di origine vulcanica giapponese) mescolata in percentuali diverse, a seconda della spiece, con altri substrati come: argilla, sabbia di fiume, pomice, lapillo vulcanico, torba bionda o rossa, kanuma.
Le latifoglie e le piante giovani preferiscono un substrato leggero costituito da: 50% akadama, 30% torba e 20% argilla.
Tutte le piante con crescita più lenta (conifere) e gli alberi piuttosto vecchi vogliono una terriccio più asciutto e drenante: akadama, lapillo e pomice in parti uguali.

COLLOCAZIONE

La fotosintesi è un procedimento tramite il quale le piante trasformano le sostanze assorbite dal terreno in nutrimenti e zuccheri, grazie all'apporto di energia, ossigeno e carbonio respirati dalle foglie. Ossigeno, carbonio, idrogeno vengono assorbiti principalmente dall'aria e dall'acqua, ma gli alberi così come gli esseri umani hanno bisogno di altri elementi e sostanze per poter crescere.

Tra queste troviamo: l'azoto, il fosforo, il potassio, il calcio, lo zolfo, il ferro, il rame, lo zinco, il manganese, il magnesio, il cobalto e il boro.

La maggior parte di esse sono necessarie in quantità minime ed è quasi sempre il terreno a fornirle, tuttavia, proprio le più importanti esistono in misura ridotta nel terreno. Per ovviare a questo inconveniente si ricorre alla concimazione. Gli elementi apportati al terreno grazie al concime possono essere assimilati dalla pianta soltanto sotto forma di sali solubili, perciò insieme all'acqua di irrigazione nella quale vengono disciolti. La concimazione è quindi in stretta relazione con l'irrigazione e condizionata dalla sua misura. Il grado del Ph del terreno condiziona a sua volta i nutrimenti presenti in quest'ultimo in dose maggiore, favorendo o impedendo la trasformazione chimica che li rende assimilabili. Per la realizzazione dei processi di trasformazione e nutrimento il terreno deve essere moderatamente acido, neutro o leggermente alcalino, secondo l'esigenza di ciascuna specie. Il Ph adatto alla maggior parte delle specie varia dal 4,5 al 6,8, cioè moderatamente acido,Azoto, fosforo e potassio.

Come già accennato la maggior parte delle sostanze nutritive sono presenti nel terreno, tuttavia vi sono tre elementi che, essendo richiesti dalla pianta in quantità notevole tendono ad esaurirsi rapidamente: azoto, fosforo e potassio. Lo scopo primario della concimazione è quello di apportare questi elementi nelle giuste proporzioni all'epoca e con le modalità esatte, al fine di garantire il miglior sviluppo del bonsai. L'azoto è il più importante ed è anche quello che tende ad esaurirsi più velocemente. Viene utilizzato dalle piante per produrre le proteine che ne formano le pareti cellulari. Il fosforo è presente nella terra sotto forma di fosfati solubili in acqua e viene utilizzato per favorire la produzione di fiori e frutti. Un eccesso di fosforo può annullare altri elementi, infatti se combinati con quest'ultimo li può rendere insolubili.Il potassio ha la capacità di ritardare la crescita rapida causata dall'azoto, indurisce il legno, favorisce la produzione di radici e sembra possa aiutare l'albero a superare attacchi di insetti e malattie.


Microelementi:
i più importanti e degni di nota sono il magnesio (Mg), il ferro (Fe), e il calcio (Ca). Il magnesio è un importante componente della clorofilla e facilita l'assorbimento del fosforo; la sua carenza provoca un arresto nella crescita della pianta. Il ferro deve essere sempre disponibile in forma facilmente assorbibile per evitare l'apparire della comune clorosi ferrica che si manifesta con un forte ed improvviso ingiallimento della pianta. Il calcio serve per lo sviluppo dei tessuti, il trasporto delle sostanze nutritive all'interno della pianta e la mobilitazione delle sostanze di riserva. È generalmente presente nell'acqua di annaffiatura e nel terreno in quantità sufficiente.

I concimi:
per quanto riguarda la scelta del concime i coltivatori di bonsai preferiscono quelli organici. I più usati per bonsai e più facilmente reperibili sul mercato sono disponibili sotto forma di pastiglie o granuli, costituiti da una mescola di diverse farine e oli. Considerato che il quantitativo di fertilizzante liberato in un determinato momento dipende dalla quantità d'acqua fornita con l'irrigazione, i concimi organici, di solito sono a lenta cessione; questo significa che si sciolgono poco a poco a beneficio dell'albero, che avrà una crescita più uniforme. Hanagokoro e aburukasu, sono concimi solidi organici, di provenienza giapponese, il primo adatto ai bonsai da esterno il secondo a quelli da interno, caratterizzati da particolari enzimi attivatori della fauna batterica. Esistono concimi organici anche in forma liquida. Ad esempio quello della linea Bonsan è caratterizzato da una formula ricca di oligoelementi e aminoacidi, che danno a questo prodotto un altissimo potenziale rigenerante. La componente organica ha il compito di favorire l'assorbimento dei sali minerali e di migliorare la struttura del terreno, apportando elementi indispensabili al binomio pianta-terreno. I sali minerali completano la composizione di questo prodotto, che è caratterizzato da un alto valore nutrizionale.

Utilizzo dei concimi:
il sistema più comune per concimare con un prodotto organico solido è quello di collocare i granuli o le pastiglie direttamente sul substrato utilizzando 6-8 pastiglie per contenitori di 15 cm di diametro, aumentando o diminuendo le dosi a secondo delle dimensioni. Essendo concimi a lenta cessione rilasciano le sostanze nutritive lentamente e per questo motivo, l'azione fertilizzante si protrae per 3-5 settimane. Dopo tale periodo, anche se rimane del prodotto residuo va asportato, poiché comunque avrà terminato il suo effetto e andrà sostituito con nuove pastiglie che andranno collocate in posizioni diverse dalle precedenti. Il concime liquido organico, invece, generalmente va somministrato ogni 10 giorni durante i periodi vegetativi. Il concime va sempre distribuito sul terreno lievemente umido e nelle ore più fresche della giornata. Questo ad esclusione degli ovuli che si possono porre nel terreno in qualsiasi momento.


Frequenza ed epoca della concimazione:
la frequenza ed il momento dell'intervento sono importanti quanto la qualità del concime, la pianta deve infatti disporre della giusta dose di prodotto nel momento ottimale. Generalmente il concime viene somministrato da inizio marzo a inizio luglio e dalla fine agosto alla fine di ottobre. I bonsai da interno vanno concimati sporadicamente anche in inverno.