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Tecniche

Il bonsaista impiega svariate tecniche per dar forma a una comune pianta secondo uno degli stili conosciuti per trasformarla in un bonsai. Questo lavoro si articola su un lasso di tempo che dipende dal ritmo di crescita naturale dell'essenza e possono passare parecchi anni affinché la pianta raggiunga la forma che il bonsaista ha voluto darle. Quando la pianta è finalmente diventata un bonsai, il lavoro del bonsaista non è finito, perché una cura continua è necessaria al mantenimento della forma ottenuta. Inoltre, il bonsaista può decidere di reimpostare un bonsai, ossia di modificarne più o meno drasticamente la forma o lo stile. Qui di seguito alcune delle principali tecniche impiegate dal bonsaista.

IL RINVASO

Il rinvaso è l'operazione più importante ed anche la più delicata nella coltivazione di un bonsai: da questo intervento dipende il futuro della pianta, quindi, prima di rinvasare un bonsai sarà bene raccogliere tutte le informazioni necessarie e soprattutto scegliere l'epoca adatta, poiché un rinvaso effettuato a regola d'arte, ma nel momento sbagliato, può provocare la morte del bonsai; mentre un rinvaso "fatto male" ma eseguito nel periodo giusto, ha buone probabilità di successo.

La regola che va rispettata scrupolosamente é la seguente: il momento migliore per rinvasare un bonsai coincide con il periodo di riposo che precede la stagione vegetativa.

  • Le piante da esterno (Aceri, Querce, Olmi ecc.) che vegetano in primavera, vanno rinvasate in inverno.
  • Le piante da interno (Ficus, Carmona, ecc.) invece, essendo in genere specie tropicali che vegetano in estate, vanno rinvasate in primavera.

In alcuni manuali, viene suggerito di aspettare la fine dell'inverno; questo discorso può essere valido nelle regioni dal clima particolarmente rigido, dove, se non si possiede un posto riparato (serra fredda) per proteggere i bonsai nel post-trapianto, si rischia che la pianta rimanga "paralizzata" dal freddo e non riesca a riprendere la vegetazione. Al contrario, nelle regioni del centro-sud (e anche al nord, se si dispone di un luogo riparato) da novembre a marzo si possono effettuare i rinvasi delle piante da esterno e in marzo-aprile si rinvasano le piante da interno.

Scelta del vaso:
la scelta del vaso è condizionata da molteplici fattori, sia botanici sia estetici: se si vuole far crescere il bonsai, andrà cambiato il vaso con uno più grande; se il bonsai è già della misura voluta ed il vaso è proporzionato alla pianta, andrà lasciato il vaso originale oppure sostituito con uno delle stesse dimensioni.

Ogni quanto rinvasare?
Solitamente, un bonsai va rinvasato ogni due anni, ma questo valore è puramente indicativo ed è influenzato da diversi fattori, quali l’età e la specie del bonsai ; infatti, le piante giovani vegetano più velocemente e può essere necessario rinvasarle ogni anno, così come le piante più vigorose (Ficus, Olmi, Carpini ecc.).
Le piante più vecchie, che vegetano lentamente, vanno rinvasate ogni tre o quattro anni, come quelle più lente (Pini, Ginepri, e sempreverdi in genere).

Metodologie di rinvaso:
Le conifere e le sempreverdi vanno trapiantate lasciando integro almeno il 50% del pane radicale; mentre, alle piante spoglianti si può togliere completamente il terriccio, usando in tutti e due i casi, lo specifico rastrellino-paletta.

Oltre a scegliere una giornata senza vento, per non far asciugare le radici capillari, è consigliabile preparare una vaschetta con acqua e vitamina B nella quale immergere l’apparato radicale dopo averlo opportunamente accorciato, con la forbice per radici.
Una volta scelto il vaso adatto, si posizionano le retine di drenaggio sul fondo, passandoci un filo di alluminio lasciato più lungo, che servirà a fissare la pianta in modo che non si muova finché non avrà prodotto nuove radici.

Dopo aver versato un po’ di terriccio si colloca il bonsai, leggermente decentrato, nel vaso; poi con l’aiuto di un bastoncino si inserisce bene il terriccio tra le radici in modo da non lasciare sacche d’aria. Infine, con la paletta si pressa bene il terriccio e si annaffia immediatamente, con un annaffiatoio provvisto di soffione a fori sottili. Successivamente, non concimare per almeno 20 giorni ma, aggiungere la vitamina B nell’acqua di irrigazione, una volta a settimana.

LA POTATURA

È la tecnica più importante dell'arte bonsai e ne esistono vari tipi. Quando il bonsaista inizia a impostare una pianta, è sempre indispensabile procedere a una potatura di formazione. Si tratta di un intervento piuttosto drastico nel quale il bonsaista decide quali rami asportare completamente e quali rami accorciare al fine di raggiungere l'armonia necessaria all'ottenimento di un bonsai secondo le regole dello stile prescelto.

Lo si esegue prevalentemente a inizio primavera o comunque in momenti in cui la pianta può reagire col necessario vigore.
Questa potatura dei rami principali può essere ripetuta se il bonsaista sceglie di impostare il suo Bonsai secondo un metodo di "taglia e lascia crescere": dopo una drastica potatura, si permette durante uno o più anni alla pianta di far crescere liberamente i suoi rami o di farne spuntare di nuovi a partire da gemme dormienti, poi si procede a una nuova potatura e così via, finché il bonsai prende la forma desiderata. Questo metodo è importantissimo per dare conicità (una caratteristica estetica essenziale) ai rami e al tronco della pianta.

Esistono strumenti specifici per il bonsai, quali pinze a taglio concavo e forbici a manico grosso, per ottenere una potatura che non lasci antiestetici segni nel luogo del taglio.

Esiste poi una potatura più leggera, attraverso la quale i rami di un bonsai formato vengono regolarmente accorciati affinché la forma armonica della pianta non sia modificata. Questo intervento è necessario anche più volte l'anno per essenze a ritmo vegetativo rapido (soprattutto certe latifoglie), mentre si limita a qualche ritocco a intervalli pluriennali per piante a crescita lenta (soprattutto le conifere e piante vecchie).

La defogliazione è una potatura delle foglie che si esegue durante la bella stagione per ragioni estetiche, affinché la pianta produca, dopo alcuni giorni, foglie nuove più piccole e quindi meglio proporzionate al bonsai. Si tratta di produrre una sorta di nuova primavera, un processo dispendioso in energia, ed è quindi un intervento possibile soltanto se la pianta si trova in ottime condizioni di salute. Lo si esegue di solito soltanto se è veramente necessario che il Bonsai abbia foglie più proporzionate alla sua taglia, per esempio quando si desidera esporlo a una mostra. Solo certe latifoglie sono adatte alla defogliazione.

LA CIMATURA

La cimatura consiste nell'eliminare completamente i germogli apicali quando gli aghi sono ancora raccolti, se si desidera infittire la ramificazione di soggetti giovani e di struttura rada. Qualora invece il bonsai abbia già una buona struttura a palchi, che si intende tenere fitti e poco spessi, è meglio pizzicare i germogli a metà o a un terzo della loro lunghezza.
Sui bonsai di pino, nelle zone a clima assai mite, è possibile fino a novembre inoltrato accorciare la vegetazione maturata nella stagione appena trascorsa.
Cimatura delle candele nei pini:
- Nero: cimare prima le candele deboli e quelle in basso (per privilegiarne la ripresa), poi quelle vigorose e in alto.
- Bianco: prima la parte vigorosa (centrale) dei germogli forti, poi quelli deboli. Prima in basso poi in alto.
Sforbiciate ai ginepri (carichi di zucchero) portano alla produzione di verde dal legno vecchio. Consentono di avvicinare il fogliame, cioè ridurre lo spessore dei palchi.
Nei ginepri vigorosi è possibile che entro breve tempo dalla potatura nascano dei germogli vicino all'inserzione (ma solo lì) di rami tagliati "vivi", anche se lasciati privi di vegetazione. Se capita, è quasi subito.

LA PINZATURA

Esiste un altro tipo di intervento che fa parte della pot.di modellatura ed è la pinzatura o pizzicatura: che viene effettuata con le dita e serve a stimolare una vegetazione più compatta e piccola, in quanto stimola le gemme latenti presenti all’ascella delle foglie a germogliare, raddoppiando così il fogliame della chioma. Questa maggiore produzione di foglie diminuisce di fatto la quantità di nutrimento a disposizione,con il risultato che i germogli secondari saranno più piccoli. La pinzatura serve anche a mantenere la silhouette della vegetazione entro limiti del disegno, senza che i contorni della pianta divengono irregolari, e la si esegue su piante mature già impostate , ramificate e con un loro disegno definitivo.

LA LEGATURA O AVVOLGIMENTO

Per dare un aspetto di albero maturo con dei rami orizzontali o addirittura leggermente volti verso il basso a piante giovani e vigorose, che tendono invece a produrre rami che crescono verso l'alto, è spesso necessario correggere la direzione dei rami grazie alla tecnica del filo. Anche le curve del tronco e dei rami devono spesso essere indotte dal bonsaista per ottenere un bonsai di forma accettabile.
La tecnica prevede che si avvolgano tronco e rami in spire di filo di metallo (in genere di alluminio o, per rami grossi, anche di rame) e di piegarli, modificandone l'andamento. Può essere utile utilizzare della rafia, avvolgendola a spirale attorno al ramo da trattare col filo, allo scopo di non intaccare il delicato strato esterno del ramo stesso, sede dei condotti linfatici. Dopo un certo tempo, che dipende dall'essenza, il filo metallico è rimosso e il ramo o il tronco si sono fissati nella posizione voluta. Più il ramo è grosso, maggiore sarà il diametro necessario per il filo. Non tutte le essenze sopportano il filo e in ogni caso un'applicazione errata può produrre la perdita della pianta.

ALTRE TECNICHE IN BREVE

Altri metodi, quali pesi e tiranti, permettono di modificare la forma del tronco o di un ramo. Esistono poi tecniche particolari per creare effetti di vetustà nelle piante, trattando tronco, rami e radici. Trattando opportunamente tronchi o rami morti col tempo, sbiancadoli e scortecciandoli, si ottiene un effetto di "pianta colpita dal fulmine", chiamato jin.